Ciclo “Casini societari” (2/a), di “Gaby”: DALLE STELLE ALLA STALLA
23/07/2023
TUTTI ALLO STADIO… MASTRANGELO!
24/07/2023

Sabato, 9 luglio 1977 – 
Link alla parte precedente.
(…) È senz’altro vero che tutti i giornali nazionali continuano ad inzuppare il pane nei nostri casini societari, con i quali riempiono pagine intere, ma è altrettanto vera la pura goduria nel vedere gli stessi articoli collocati nelle primissime pagine, la terza al massimo, insieme a tutte le grandi del calcio italiano. Altro che trafiletti di quattro righe in 18a pagina!… Stanno scrivendo più su di noi che sulla Juventus e sul Milan. Anche perché noi offriamo motivi mille volte più numerosi e … “redditizi”.

Intanto, tutte le iniziative correlate alla “Rangers Parade” sono state accolte con un certo entusiasmo un po’ da noi tutti. Dico “un certo” entusiasmo per sottolineare che l’impronta “americana” ci lascia qualche perplessità, essendo abbastanza in contrapposizione con lo spirito ultras che intendiamo assolutamente conservare, senza alcuna possibilità di “negoziazione” su questo aspetto; ma per ora va bene così. Semmai, c’è da discutere le nostre due priorità di cui, invece, ancora non se ne fa nemmeno cenno: uno striscione nuovo come Dio comanda, che sia il vero ed unico “fuoco visivo” per l’intero stadio, e le tessere d’iscrizione al Pescara Rangers. Stiamo cioè parlando dei due veri e propri “segni” con cui una tifoseria ultras si identifica dentro e fuori lo stadio. Aggiungiamo che occorre aumentare il numero dei tamburi perché, soprattutto in Serie A, averne meno di 10 equivale a non averne affatto, ovvero di tifare “alla napoletana”, e non è certo quella la nostra massima ambizione; tutt’altro.
Ci troviamo d’accordo su tessere e tamburi, ma non sullo striscione, perché il signor Manzo continua a ritenere adatto quello che abbiamo già. Purtroppo, fa ancora molta fatica a capire che lo striscione di un gruppo ultras non è un “tabellone pubblicitario”, né il “palio” che si porta in prima fila alle feste, tantomeno può avere come riferimento l’America di Hollywood, cioè l’ultimo posto al mondo da cui prendere esempio in tema di Curva.
Perciò, esco da Al Regalo Artistico incazzato nero (lo siamo un po’ tutti noi del gruppo-capo), ma anche decisissimo a non mollare. Per il momento … e “solo per il momento” (direbbe Caldora) facciamo buon viso a cattiva sorte fingendo di accettare qualsiasi decisione, in modo da conservare il fondamentale clima di cordialità, senza la quale non si va da nessuna parte. Nella realtà, abbiamo già un nostro programma: o col tempo e le dovute maniere riusciamo a far capire l’importanza dello striscione, oppure quello nuovo ce lo facciamo da soli, organizzando una colletta gigante per acquistare stoffa e vernice; poi, al resto ci penso io. Non c’è problema.
Una cosa è certa: di presentarci al cospetto delle migliori tifoserie d’Italia col vecchio striscionetto “modello circolo tennis” non se ne parla nemmeno; piuttosto, meglio niente.

Domenica, 10 luglio 1977
Siamo già al primo anniversario. Sarà anche un micro-anniversario, ma resta pur sempre una ricorrenza: oggi è una settimana esatta dal trionfo di Bologna.
Una settimana in cui, tra le altre cose, non è passato giorno che nelle varie radio private di Pescara non ci sia stata almeno (e dico “almeno”) mezz’ora dedicata ai Biancazzurri, comprese quelle radio che finora avevano trattato il calcio molto marginalmente (tipo Radio Luna e Radio Città). E poi, sapessi che senso di benessere sentire continue parentesi “biancazzurre” in qualsiasi genere di trasmissione, in qualsiasi ora del giorno e della sera, magari condotte da personaggi radiofonici che non conoscono nemmeno la formazione del Pescara!… E non ti dico, poi, cosa stanno facendo TVA e Telemare!… Non si contano più le repliche delle due partite di spareggio e di tutti i loro contorni, di fatto stravolgendo del tutto i palinsesti … che pure erano già marcatamente biancazzurri.
Una sola settimana, ma per certi versi sembra passato un secolo.
Una sola settimana, più che sufficiente per farci passare dalle stelle alla … stalla. Dopo la sconcertante, ridicola e umiliante crisi societaria, dopo il “tango della gelosia” di Stracca contro Manzo, ora ci si mette anche il calciomercato, con voci semplicemente assurde e utili solo a farci venire il sangue ancor più amaro di quanto non lo sia già.
Mentre Cadè continua a preavvisare “se parte anche uno solo dei titolari, non torno a Pescara nemmeno se venite a prendermi con la carrozza e i cavalli bianchi impennacchiati”, da Milano rimbalzano voci che vogliono Nobili, Prunecchi e Di Michele in partenza per avere Cinquetti e Sperotto. Dunque, ci risiamo: ogni estate il solito ritornello che vuole Nobili partente; poi non se ne fa niente, ovvio, ma intanto noi tifosi dobbiamo tracannare l’annuale calice di veleno. In particolare, lo scambio Nobili-Sperotto con il Catanzaro è così allucinante da rasentare il comico; il guaio è che non fa ridere proprio nessuno.
Aggradi, nostra unica speranza di “serietà”, purtroppo non smentisce, anzi (pur non volendo) rincara la dose: “Quello dello scambio è l’unico modo per arrivare a un ottimo attaccante, poiché ogni volta che ci azzardiamo a richiederlo per soldi ci sparano cifre da ricovero immediato; 800 milioni di lire come se si parlasse di noccioline”. Va bene, è verissimo, ma perché non dice pure che uno scambio del genere è altrettanto da manicomio? Perché non dice che questo scambio “forse” metterebbe a posto l’attacco ma “sicuramente” sfascerebbe il centrocampo? A quel punto, cosa ci avremmo guadagnato?
In Società, poi, non solo non è risolto un bel niente, ma si sta davvero superando ogni limite, anche il più assurdo che tu possa immaginare.
Tanto per cominciare, il programmato Consiglio Direttivo non c’è stato, perché Di Properzio e i suoi due “fidi”, al secolo Taraborelli e D’Eramo, non si sono presentati. In compenso, hanno fatto pervenire le proprie giustificazioni (… firmate dai genitori?…), l’una più ridicola e infantile dell’altra.

Renzo Di Properzio

Come in un vero asilo.
Invece, si sono presentati Caldora e Nait che, manco a dirlo, ne hanno approfittato per azzuffarsi una volta di più. I motivi sono vari, ma la causa scatenante questa volta è il premio promozione, che per Nait deve essere comunque anticipato dal presidente in carica, mentre Caldora ribadisce: “Non anticipo un bel niente di tasca mia. Semmai, l’anticipiamo tutti, ciascuno secondo la propria quota di azioni”. E ha ragione, perché in questo momento non è in carica nessun presidente: il mandato di Caldora è scaduto il 30 giugno e non ancora c’è stata alcuna elezione. Per cui, la pretesa di Nait è senza né capo né coda, se non un altro patetico tentativo di sbeffeggiare Caldora.
In mezzo a questo scempio tenebroso filtra un forte raggio di luce: domani a mezzogiorno, il “cervellone” della Lega elaborerà il calendario della Massima Divisione (insieme a quello di Serie B, come d’abitudine); per cui, la tifoseria Biancazzurra è attesa dalla prima vera “emozione targata Serie A”. E che emozione!

Lunedì, 11 luglio 1977
Falso allarme: oggi a mezzogiorno è stato pubblicato il calendario della Coppa Italia, non quello del campionato che, invece, vedrà la luce la settimana prossima.
Il Corriere d’Abruzzo (come continuiamo a chiamare affettuosamente il TG Regionale della radio) ha già anticipato qualcosa nell’edizione delle 14,10: il Pescara riposa alla prima giornata, mentre Pescara-Cagliari si giocherà all’Adriatico il 31 agosto, ed è una vera fortuna perché, al momento, l’ambiente pescarese è senz’altro più in grado di stemperare gli ardori; se si fosse giocato a Cagliari … meglio non pensare a quante … arance sarebbe volate in campo! Roba da poterci aprire una bancarella al mercato.
Intanto, proprio in vista del calendario di Serie A, tutte le Società abruzzesi di “C” e “D” stanno chiedendo alla Lega di giocare le partite casalinghe alternate a quelle del Pescara, altrimenti addio incassi! Per lo stesso motivo, sembra ormai certo che tutti i campionati dilettanti d’Abruzzo vengano direttamente anticipati al sabato o, in qualche occasione, alla domenica mattina.
A quanto pare, la voce grossa di Cadè ha sortito gli effetti sperati prima del previsto. Ieri sera è stato pagato il premio promozione, grazie agli assegni firmati personalmente da cinque dirigenti del Consiglio Direttivo “ponte”; proprio come reclamava (giustamente) Caldora. E siccome lo reclamava Caldora, chi è il sesto a non aver firmato il suo assegno?… Bravissimo, hai indovinato: Ennio Nait, che si giustifica così: “Prima Caldora deve chiedermi scusa e poi se ne parla”.
Visto?… Nemmeno all’asilo!
Forse Ennio non si rende ancora conto di essere rimasto completamente solo: Marinelli lo guarda storto, “L’ombra” ha abbassato la cresta (dopo il “colloquio” con Casalini), i due fantocci fanno quello che il burattinaio ordina, il piattaro sta alla finestra (per poi salire sul carro dei vincitori), Partenza non è mai arrivato, e il resto della ciurmaglia … nin cond e n’accus’.
E non è tutto … figurati!… Via Campania rimedia un altro “sbianco” colossale di cui, specie in questo momento, non se ne sentiva affatto il bisogno. Sui quotidiani locali, in risposta alle furiose “agitazioni” della tifoseria per un calciomercato a dir poco allarmante, la Società fa pubblicare un comunicato in cui si afferma che: “Il ritardo al calciomercato è stato sottovalutato perché tutti in Società eravamo convinti che le tre squadre impegnate negli spareggi avrebbero usufruito di una proroga di tre giorni”. Ebbene, non solo è assolutamente falso ma la Lega si è risentita moltissimo e chiede alla Pescara Calcio S.p.A. di spiegare da dove salta fuori questa convinzione, visto che non è stata mai comunicata una sola parola ufficiale in merito … Con tutto quel che ne consegue a livello di immagine e stima nei confronti della Società Biancazzurra.
Nemmeno all’asilo!
A proposito di casini, la sai l’ultima?
Renzo Di Properzio si trova al mare insieme all’amico Tony Giammarinaro: lo stabilimento è il Plinius di Raffaele e Valerio Santilli. A un certo punto, lo vanno a chiamare perché alla reception dello stabilimento è arrivata una telefonata per lui. Una volta al telefono, il “petroliere” sbianca in volto, si riveste in tutta fretta e chiede all’esterrefatto Tony di accompagnarlo all’auto parcheggiata fuori, per recarsi con altrettanta fretta a casa. Durante il tragitto, terrorizzato a mille, finalmente si decide a confidare cosa sta succedendo: la famiglia ha appena ricevuto minacce anonime molto pesanti, ovviamente indirizzate a lui in persona. Se non ritira subito le dimissioni, e non assolve fino all’ultimo impegno finanziario, subirà a breve il rapimento dei figli e diversi attentati dinamitardi per l’abitazione, l’automobile e la Ditta di cui è titolare.
Hai capito, ora, perché non se ne va più? Non perché Casalini gli ha “scoppato le recchie” … Non perché gli è stato promesso qualche buon affare con il nuovo PRG … Non perché ha trovato un accordo segreto con Caldora … No-no, niente di tutto questo. Non se ne va più perché … a Pescara è tornato (in vacanza) il famoso minatore emigrato in Belgio. Ricordi? Quello che dopo “Trani” aveva promesso di far saltare in aria la casa di Galeota, con quattro chili di dinamite riportati appositamente dalla miniera in cui lavora. E non era affatto una cretinata da mitomani, perché fu bloccato solo all’ultimo istante. Unica differenza è che cinque anni fa preannunciò l’attentato con una lettera pubblicata da Il Messaggero, oggi lo fa direttamente al telefono; mezzo ben più diretto e veloce.
Occhio!… perché “minatore” è la definizione di colui che ha dimestichezza nell’usare le “mine”, e non credo sia il caso di scherzarci su.

Mercoledì, 13 luglio 1977
Ci mancava solo questa! Ora le abbiamo proprio tutte.
Visti i casini societari, come si sa di dominio nazionale, spunta all’improvviso un “deciso” acquirente della Pescara Calcio: tale Franco D’Ambrosio … che io personalmente non so chi sia, mai sentito nominare, ma che invece sembra essere un notissimo finanziere d’assalto milanese (ma di origini meridionali) che, partito da sottozero, a soli 32 anni ha già miliardi a palate, nonché jet privato, villa megagalattica in pieno centro a Milano, Rolls Royce come se fossero Fiat 500, squadra di gorilla al seguito, amicizie molto ma molto altolocate, fama di playboy internazionale e altre “cosucce” del genere.
Che c’entra con Pescara? Storia lunga e complessa, ma si può provare a sintetizzarla.
Il soggetto in questione ha due sorelle e una di esse ha il fidanzato pescarese, tale Stefano Della Penna, altro “conosciutissimo” (dicono) che io non ho mai sentito nominare. Non solo, ma proprio grazie a questo casuale legame, il padre di Franco, Ferdinando Ambrosio (di soli 53 anni), ha da tempo aperto una “galleria di tappeti” in viale Regina Margherita, un negozio in via Nicola Fabrizi e s’è comperato l’immancabile attico da sogno sulla Riviera (zona Najadi), oltre ad avere lo yacht del tipo “inaffondabile” ancorato al porto canale.
Dunque, tutto bello – splendido – meraviglioso? Ma per Carità di Dio e di tutti i Santi del Paradiso … neanche per idea!
Franco ha una fedina penale che te la raccomando, a causa di ricettazione, associazione a delinquere e debiti (anch’essi a palate) disseminati ovunque, persino dal suo … barbiere. Del resto, uno che in pochi anni, e con zero esperienze, arriva a essere tra i più ricchi d’Italia … una ragione ci sarà, no? E, come si sa, una ricchezza troppo “veloce e facile” non è mai dovuta alla bravura né all’abnegazione, tantomeno all’onestà. Tu conosci qualche lavoratore serio e onesto che sia diventato ricco? Neanche uno; chissà come mai!…
Non solo, ma Franco è anche il personaggio impelagato fino al collo negli scandali che, poco più di un anno fa, hanno visto protagonisti Gianni Rivera e quel “capo d’opera” di frate rispondente al nome di padre Eligio, nonché il sempre più misterioso scenario di Portofino dove, a quanto pare, ne accadono davvero di tutti i colori; e non certo da oggi. Solo che il campione milanista ne esce subito pulito, mentre il frate viene addirittura arrestato insieme al fratello, monsignor Pietro Gelmini: che, per la cronaca, vive in una mega villa a Casalpalocco (una delle zone più “in” di Roma) con una squadra di servitù ed è a sua volta sommerso da diversi precedenti penali. Bella famigliola, vero? E meno male che sono tutti e due religiosi!… Saranno strafelici i genitori.
Non solo, ma è stato arrestato anche il loro avvocato romano, tra l’altro legato all’ormai famosa sparizione dei finanziamenti per il Terzo Mondo. L’accusa dice che padre Eligio ha chiesto 50 milioni di lire(!!!) a un industriale vercellese del settore latticini e formaggi per assicurargli il posto di Console per la Somalia nella sede di Torino, compresa l’esclusiva per vendere latticini e formaggi in Somalia. L’industriale si fida, paga, ma alla fine non vede niente di quanto promesso.
Questo è solo un esempio della “bella compagnia” frequentata da Franco Ambrosio.
Quanto al padre Fernando, poi … se è vero il detto latino “qualis pater, talis filius”, lui ci dimostra che è assolutamente vero anche il contrario.
È dello scorso 1 maggio 1976 la notizia della sua condanna a due mesi di reclusione per emissione di assegno a vuoto. E questa volta i 60 giorni di gattabuia deve farseli tutti perché i precedenti per lo stesso reato ormai non si contano più; in Italia come all’estero. E quindi, la Polizia si reca a casa sua per prelevarlo, ma non lo trovano perché, nel frattempo, ha un “impegno urgente” in Svizzera. Viene immediatamente avvisato dai familiari e lui, anziché restare in Svizzera a vita, come farebbero altre 99 persone su 100 al suo posto, prende una delle potenti Rolls Royce del “garage ambrosiano”, arriva davanti al carcere di Lovere (BS), sul lago d’Iseo, parcheggia davanti all’ingresso e suona il campanello. L’esterrefatta guardia penitenziaria si sente dire: “Buongiorno, sono Ferdinando Ambrosio. Sono venuto a scontare i due mesi di detenzione; preferisco farli qui da voi”.
Tu lo sapevi che in Italia si può scegliere anche il carcere dove scontare le proprie pene? Beh, adesso lo sai, quindi … se dovesse servirti, sai come comportarti … Ti giuro, non è affatto una barzelletta, ma è tutto vero; del resto, le cronache di quei giorni documentano ogni cosa.
Fatto sta che … incredibilmente … viene accontentato subito, accolto e imprigionato; molto probabilmente per non farlo scappare in attesa della reclusione “seria”. Ma, come si sa, in Italia i tempi del “serio” non sono brevi, così passano i giorni e … un bel mattino Ferdinando è di nuovo a spasso per l’Italia con l’ormai mitica Rolls Royce. Lo fermano per puro caso a un posto di controllo e si giustifica con un fantomatico “permesso autorizzato”(???) che, ovviamente, risulta subito falso, poiché il Giudice di Sorveglianza del Tribunale di Brescia non ne sa niente. Per cui, giocoforza viene fuori la verità. Due giorni prima, il custode del carcere bresciano, entrato in confidenza con questo “particolare” personaggio, si lascia scappare che la domenica successiva ha la Cresima della figlia. Ferdinando ne approfitta subito per proporre il più elementare dei baratti: io ti presto la mia Rolls Royce, facendoti fare un figurone irripetibile, e tu mi fai uscire a piacimento, per curare i miei “affari”.
Mettiti nei panni del povero custode … che finora la Rolls Royce l’aveva vista solo nei film in bianco e nero dei cinema parrocchiali.
Il quale custode viene immediatamente (e ovviamente) sospeso dal servizio, mentre “papà” Ambrosio viene trasferito nel carcere di Verbania, dove resta fino al 60° giorno perché, purtroppo per lui, là non c’è nessun custode alle prese con Battesimi, Prime Comunioni e Matrimoni vari.
Freeeechete!… che bel quadretto familiare!
Questa la pura cronaca, giustamente riportata da Messaggero e Tempo di questi giorni che, lodevolmente, vogliono mettere la tifoseria Biancazzurra in guardia da facili entusiasmi e sogni sfrenati … peraltro facilissimi (e direi naturali) quando, per contro, ti ritrovi una dirigenza come quella che ci sta svergognando davanti a tutta Italia.
Ed è qui che entra direttamente in ballo il pescarese Stefano Della Penna, aspirante cognato di Franco Ambrosio. Il quale Della Penna l’altro ieri sera ha convocato in pompa magna una conferenza stampa così riassumibile: “Considerando l’irreversibile crisi societaria che attanaglia il Pescara, proprio in un momento così importante e delicato, penso di avere la soluzione migliore e definitiva in Franco Ambrosio, mio futuro cognato. Se lo chiamo, arriva in meno di un’ora col suo jet privato. Ma tenete presente che è uno abituato a fare le cose in grande stile, oppure niente, perciò con lui nel Pescara vedrete grandi cose. Ma solo se potrà acquistare il pacchetto di maggioranza, altrimenti non se ne farà niente”.
Una buffonata “in grande stile”? Sarà anche una mega-buffonata, direttamente proporzionale alla mega-villa, il mega-yatch, la mega-Rolls e il mega-conto in banca … ma intanto ieri pomeriggio il jet privato proveniente da Milano è atterrato per davvero all’aeroporto “Pasquale Liberi”; e dentro c’era per davvero Franco Ambrosio che, libretto d’assegni alla mano, ha confermato: “Non mi sono fatto ripetere due volte l’invito di Stefano, e sono qui per acquistare subito ed in contanti il pacchetto di maggioranza della Pescara Calcio”.
Davanti a questo autentico colpo di teatro, tanto comico quanto reale, dalla Società arriva subito lo “stop” di Caldora, Di Properzio e Marinelli che, una volta tanto, sono perfettamente d’accordo nel porre condizioni ferme, decise e irreversibili: il Pescara deve restare ai pescaresi. Perciò, porte aperte ad Ambrosio e a chiunque altro voglia entrare in Società con quota minoritaria; “no” secco per l’acquisto del pacchetto di maggioranza. Ma Franco ci resta malissimo e precisa: “Non sono mai stato in minoranza in vita mia, perché non è da me, e non inizio certo ora col Pescara. Io non faccio il secondo a nessuno. Se formiamo una finanziaria, tipo quella del Milan, se ne può parlare, altrimenti la cosa non mi interessa più”. E riparte per Milano dopo una sola ora di colloquio. Dopodiché, mentre sale le scalette del jet privato dichiara: “Sono venuto per aiutare la vostra squadra, ma è chiaro che qui non mi volete; inutile perdere tempo. Semmai, i vostri dirigenti sanno dove trovarmi”.
Capito, che toni da messia salvatore? E poi … “vostra” squadra … “vostri” dirigenti …
Fatto sta che la tifoseria Biancazzurra si è subito spaccata nelle solite due opposte fazioni; ormai non c’è più bisogno di specificarlo.
Da una parte c’è chi concorda pienamente con Marinelli, Caldora e Di Properzio, non solo per il “Pescara ai pescaresi”, ma soprattutto per i fortissimi dubbi su una persona che ha fatto soldi con troppa facilità e rapidità; ammesso che li abbia davvero. Per cui, la conclusione è immediata: “Cussù è nu’mbrujon”.

Vincenzo Marinelli

Dall’altra parte c’è la schiera non meno numerosa di tifosi ormai stanchi, anzi stanchissimi, di avere a che fare con le ombre, i piattari, i fantocci, i fantasmi e altri “im-prenditori” taccagni, interessati solo ad accrescere il loro potere, gelosi marci l’uno dell’altro e perfetti rappresentanti di un provincialismo da far spavento. Ovvero, tutta gente che sarà “pescarese” quanto ti pare, ma che non è assolutamente in grado di farci fare il salto di qualità. E allora, altrettanto immediato è il contro-giudizio: “Ambrosio è nu’mbrujon? E i nostri attuali dirigenti cosa sono? E’ sicuro che sono migliori? Almeno cussù te’ li sold’addaver’, ‘nno li chiacchijer’. Chi ci ni frec’annù cuma si l’ha fatt”!?
Adesso sì che il casino è completo, perché qualunque sviluppo avrà la vicenda, ci sarà comunque mezza tifoseria in “agitazione”.
E così, in attesa dei possibili miliardi “ambrosiani”, dal calciomercato arrivano notizie di ogni genere e “colore”.

Il Pescara ha stanziato 700 milioni di lire da investire in acquisti, a parte ciò che si ricaverà da eventuali cessioni; non sono affatto pochi, se utilizzati “con la testa” … la testa attaccata al collo; non “l’altra”. Ma intanto sono sfumati Speggiorin, Libera e Bresciani, soffiatici rispettivamente da Perugia, Atalanta e Fiorentina, e ora non restano che i soliti “ritornelli” fritti e rifritti (Ulivieri, De Ponti, Luppi, Bonci e compagnia bella) oppure Grop, Bertarelli e Cinquetti, ai quali si aggiunge la recentissima offerta di un’altra squadra che sta facendo “pulizie di primavera”: il Catanzaro ci darebbe Gianni Improta e Massimo Palanca in cambio di Zucchini, con eventuale conguaglio da stabilire.
Ti rendi conto? Pure il Catanzaro ci prova! Persino il Catanzaro ci “vede” come una bancarella del mercato ortofrutticolo rionale.
Un affare concluso comunque c’è: si tratta dello scambio con l’Avellino, che ci dà il portiere Pinotti (così è risolto il problema di un “dodicesimo” davvero valido) e un conguaglio di 80 milioni di lire per avere Salvatore Di Somma, che in Serie A sarebbe destinato a fare l’altalena tra panchina e Tribuna. Quindi, al momento abbiamo un totale 700+80 milioni di lire da investire, ma più passano le ore e più occasioni perdiamo, giacché le altre non stanno certo a contare le stelle del firmamento; tutt’altro.
Il nostro vero incubo resta, però, la cessione dell’idolo Bruno Nobili e sono moltissimi i tifosi quasi rassegnati: dopo le ripetute minacce degli anni scorsi, stai a vedere che questa volta lo cedono davvero. Perché? Perché è risaputo che il “super Bruno” e Cadè non si “amano” alla follia, a causa di due caratterini non esattamente concilianti. Così, sempre secondo i giornali, sarebbe proprio Cadè a premere perché il nostro “10” sia ceduto. Tant’è vero che proprio oggi il Corriere dello Sport gli dedica una pagina intera in cronaca nazionale, definendolo “il vero sudamericano di casa nostra. È richiestissimo da mezza Serie A” … Servizio proposto dallo stesso giornale che non più tardi di 48 ore fa ha riportato la ferma minaccia di Cadè: “Non uno solo dell’attuale rosa dev’essere ceduto, altrimenti non torno a Pescara neanche per tutto l’oro del mondo”.
Siamo a Pescara. Non in una qualsiasi città “normale”.

Giovedì, 14 luglio 1977
Mentre imperversa dappertutto l’accesissimo dibattito “Ambrosio sì – Ambrosio no”, Aggradi conclude un’altra operazione a Milano: arriva Cinquetti, fortissimo centravanti arretrato del Perugia, ma di proprietà del Rimini, al quale vanno la comproprietà di Di Michele (con diritto di riscatto per il Pescara) e 250 milioni in conguaglio, per una valutazione complessiva di 600 milioni.

Giordano CINQUETTI

Gran colpo senz’altro, tanto più perché l’abbiamo soffiato … dicono!… al Milan, alla Fiorentina e al Foggia, dando così un grosso segnale di forza. La “fazione opposta” però, è già all’opera: “Sì, giocatore fortissimo, ma è un doppione di Orazi; soldi spesi male … O forse vogliono cedere Orazi? Oppure … visto?… cedono Nobili”.
Appena ufficializzata la notizia, Cinquetti dichiara: “Il Pescara ha tutto per ripetere il boom di Perugia, anzi ha un pubblico indubbiamente superiore”. Bisognerà vedere cosa ne penserà lo stesso giocatore non appena avrà conosciuto più a fondo la Società e i suoi “meravigliosi” componenti.
Cadè però insiste per Bertuzzo, che nel frattempo l’Atalanta ha restituito al Bologna per fine comproprietà, in quanto lo considera ideale per il suo gioco. E noi tifosi, che abbiamo visto “Ezio-gol” in tre partite (tra campionato e spareggio), concordiamo assolutamente con il nostro allenatore. Tanto più perché le alternative sono il giovane Grop e il giovanissimo Cavagnetto della Pro Vercelli, quest’anno capocannoniere nel girone A della Serie C con 18 gol; fortissimo quanto si vuole, ma come si fa a dargli in mano l’attacco in un campionato che finora ha visto solo in televisione?

Venerdì, 15 luglio 1977
Risolto ogni problema sull’ampliamento dello stadio: progetto scelto e soldi trovati.
Il progetto è della società ALA e prevede l’ampliamento a 37.000 posti, sopraelevando Curve e Distinti con tribune in cemento precompresso, mentre in Tribuna la “Numerata” passa da 400 a 1.000 posti, tutti con seggiolini forniti di schienale. Il preventivo dice che l’opera costerà circa 600 milioni di lire, più gli interessi per la dilazione del pagamento. Quindi, a conti fatti, costa meno ampliare l’Adriatico che comperare una “testa matta” come De Ponti (700 milioni).
Il programma prevede il completamento in 90 giorni, a partire dall’inizio dei lavori, ma non ci crede proprio nessuno; anzi, i più sono convinti che 90 giorni non basteranno nemmeno per aprire il cantiere. In ogni caso, si procederà per settori, così il “vecchio” Adriatico sarà sempre agibile e non si rischierà di giocare in campo neutro le prime partite in casa. Sì perché, tra le tante “amenità” che circolano in questi giorni a Pescara, da qualche parte si comincia a bisbigliare anche questa sinistra possibilità di giocare in campo neutro le prime tre partite in casa … Eppure, non siamo né a Carnevale, né al 1° Aprile … Mah!…
Esulta tutta la parte della tifoseria contraria all’opera in tubolari, tanto “provvisoria” quanto destinata a tramutarsi in “definitiva”. Imprecano invece tutti quelli che avrebbero preferito “l’uovo oggi”, perché sono convinti che ora non avremo né i tubolari né il cemento per l’intero campionato e i pochi posti dell’Adriatico saranno venduti ai prezzi da Finale di Coppa dei Campioni.
Chissà perché, temo che abbiano ragione questi ultimi.

Sabato, 16 luglio 1977
Siamo in prima pagina nazionale de Il Messaggero per aver compiuto quella che viene (stranamente) definita un’altra impresa: “Dopo la promozione in Serie A, il Pescara soffia Grop alla Roma”.

Oriano GROP

Tu dirai: “E allora?… Dov’è l’impresa”? Tieni conto che, oltre al prestigio e alla forza economica della Roma, il suo direttore sportivo è Luciano Moggi, ritenuto una specie di “reuccio” del calciomercato. Dunque, capirai bene che questo titolo in prima pagina, per di più di un quotidiano romano, ha un significato altamente polemico: la Roma s’è fatta soffiare un giocatore da una matricola allo sbando come il Pescara. E benzina sul fuoco della polemica la butta l’allenatore giallorosso Gustavo Giagnoni (perciò non certo l’ultimo arrivato), che contava molto su Grop e ora è furioso verso la Società, minacciando addirittura le dimissioni … Addirittura!… Per un giocatore che finora ha fatto bene solo in Serie C?
Arriva anche Bertarelli dalla Fiorentina che, quindi, formerà con lo stesso Grop la nuova coppia d’attacco del Pescara, e Cadè fa buon viso a cattiva sorte, fingendosi felice come una Pasqua: “E’ il Pescara che volevo. Esaudite tutte le mie primarie richieste”.

Giuliano BERTARELLI

Non ci crede nessuno. Lui per primo.
Dunque, e come volevasi dimostrare, tutti i nomi roboanti (Prati, Anastasi, Bresciani, Speggiorin, Bonci, De Ponti) servivano solo per incantarci e tenerci buoni, ma non mi pare che il “progetto” sia riuscito perché qui non è rimasto incantato proprio nessuno. Anzi, all’Excelsior regna una sola convinzione generale: hanno messo artatamente in giro le voci sulla “concorrenza” di altre Società blasonate solo per farci credere che stavamo rincorrendo veri “campioni” e che la Pescara Calcio è in grado di competere con Roma, Milan, Fiorentina e chiunque altro. In realtà, e al di là di ciò che scrivono i giornali (… sotto dettatura …), Grop, Bertarelli e Cinquetti li abbiamo richiesti solo noi.
Altra osservazione “pesante” della tifoseria: “E il rinforzo per la difesa, dov’è? Affrontiamo Pulici, Bettega, Savoldi e Graziani con … Motta, Andreuzza e Santucci”?
Regna molta amarezza non solo per queste seconde e terze scelte, ma soprattutto perché, a dispetto di chi vuole farci credere una presunta ed inesistente “potenza” pescarese al calciomercato, la realtà proveniente da Milano è ben altra: “l’inarrivabile” Bertuzzo è finito al Cesena, ovvero ce l’ha soffiato (sotto il naso) una Società di Serie B con risorse economiche dieci volte inferiori a quelle del Pescara (basta confrontare gli incassi). Non solo, ma Cavagnetto, individuato come ottimo sostituto di Di Michele, ce l’ha soffiato il Como, anch’essa Società di serie inferiore ed economicamente messa persino peggio del Cesena.
Non ci sono parole. Anzi, ce ne sarebbe una sola.
Intanto, questo è anche il giorno della Festa Promozione organizzata dal CCCB e, nonostante io abbia gli orali della Maturità dopodomani pomeriggio, non posso certo fare a meno di andare a godermi quello che spero sia in ogni caso un momento gioioso; anche se il programma è tutt’altro che entusiasmante.
Alle ore 17 parte il corteo da piazza Salotto, circa 2.000 persone (o poco più) con alla testa la banda musicale di Ripa Teatina che intona tutti i canti più famosi del tifo Biancazzurro e l’inno ufficiale “Alè Alè Pescara”, peraltro ripetuto più volte durante il tragitto lungo corso Vittorio Emanuele e viale Marconi. Un buon spettacolo senz’altro, anche grazie alla partecipazione di tutta la gente, radunata lungo i marciapiedi, che accompagna il corteo con canti, battimani e bandiere, come un gigantesco stadio lungo tre km e mezzo.
Arrivati al piazzale antistadio, ci sono come minimo 10.000 persone che aspettano (ma gli organizzatori giurano che siamo in 20.000) e, a questo punto, ci si aspetterebbe almeno un evento eclatante che sia il “nocciolo” della serata, invece … panini, vino, dolciumi e bibite a volontà, tutto gratis naturalmente, e niente più. Fino alle ore 23,000 quando viene annunciato il “gran finale a sorpresa”, tenuto ermeticamente segretissimo per due settimane. Sai quale?… L’incendio della “pupa danzante”!… una di quelle che caratterizzano la Festa patronale di Cappelle sul Tavo.
Sorpresa senza dubbio “mozzafiato” … Bisogna solo vedere in che senso …
Sarà stata la stanchezza fisica e mentale per queste ultime tre trasferte in soli 15 giorni (Ferrara, Terni e Bologna); sarà stata l’amarezza, anzi la “coltellata alla schiena”, dell’umiliante crisi societaria che, inutile nasconderlo, ha gettato l’intera tifoseria in uno sconcerto tanto più micidiale perché improvvisa e in netto contrasto con la Felicità di Bologna; sarà stata la naturale e fisiologica “quiete dopo la tempesta” … ma è impressionante constatare come, a distanza di soli 13 giorni dallo storico 3 luglio 1977, questo sia il massimo che l’attuale CCCB riesca ad esprimere.
Del resto, non è difficile notare che il corteo di partenza era quantitativamente sproporzionato, rispetto ai 24 Clubs affiliati. Voglio dire: se dai 2.000 partiti da piazza Salotto (ma fossero anche 3.000) togli i “lecchini” di professione (quelli che non vedevano l’ora di farsi notare in prima fila per le vie principali di Pescara) e gli “obbligati” da Stracca, resta sì e no qualche centinaio di partecipanti, cioè in media, 5-6 per ogni Club … Un po’ pochini, non ti pare? Né possono far testo i 20.000 dell’antistadio perché si sa … addò si magn’e si bev’ non manca mai nessuno.
Che delusione!… Ma sarebbe più opportuno dire “che incazzatura!” perché, in ogni caso, c’è di mezzo l’Onore del Nome di Pescara, già messo a dura prova in queste ultime due settimane dalla “stalla” di via Campania.

Lunedì, 18 luglio 1977
Il clima moscio della Festa organizzata dal CCCB è stato ovviamente notato anche dal signor Manzo e così ci troviamo tutti d’accordo: non solo non fa “sadicamente” piacere a nessuno, ma adesso siamo ulteriormente responsabilizzati ad innalzare ancor più il livello qualitativo della Rangers Parade, non foss’altro che per restituire il giusto Onore a Pescara, per “comunicare” all’Italia che stiamo festeggiando la “Prima Promozione in Serie A”, non quella dalla “D” alla “C” di cinque anni fa e, aspetto ancor più importante, per rispondere adeguatamente alle attese della tifoseria Biancazzurra, che ha individuato proprio nella Rangers Parade (ovvero in Angelo Manzo) la vera Festa Promozione.
C’è poco da fare: il carisma, la stima e la fiducia te le devi guadagnare sul campo … con i fatti!… e non con le chiacchiere sui giornali e nelle trasmissioni TV condotte da “amici” compiacenti (quando non lecchini a tutti gli effetti).
Perciò, più che mai maniche rimboccate e al lavoro!… ciascuno per la propria parte.
L’opera maggiore riguarda l’intero corso Umberto, che abbiamo progettato di trasformare in una “galleria” – per tutta la sua lunghezza (stazione-rotonda) – formata da un susseguirsi di festoni biancazzurri appesi da un marciapiede all’altro, approfittando di alberi e pali dell’illuminazione, ad altezza sufficiente per farci passare sotto anche bus e camion. Un capolavoro scenografico da brividi, sulla cui riuscita non c’è il minimo dubbio: quando si mette in moto Michele “lu cines” si va sul sicuro.

Martedì, 19 luglio 1977
Ieri sera, in via Campania c’è stata una riunione “segreta”, o pseudo tale (visto che tutti ne eravamo a conoscenza), per cercare di risolvere il problema della presidenza, alla quale ora sembrano candidati in cinque: Marinelli, Capacchietti, Caldora, Pierangeli e Forese … Addirittura Forese!… ma tanto ormai di cosa vuoi meravigliarti più? Se poi aggiungi che “L’ombra” fa sapere di essere disposto a restare solo come “amministratore unico”, il quadro della situazione diventa quanto mai chiaro.
E poi dicono che la figura del “presidente-fantoccio” nelle mani del “vero” presidente sia solo un’invenzione dei tifosi …
A distoglierci da questo interminabile e nauseante strazio arriva l’elaborazione dei Calendari, questa volta per davvero. Il Pescara aveva inoltrato alla Lega due richieste quanto mai motivate:

  1. giocare in trasferta 4 delle prime 5 partite, per limitare al minimo i disagi inevitabilmente causati dall’ampliamento dello stadio Adriatico;
  2. giocare assolutamente in trasferta il 18 settembre (2a giornata), per evitare la concomitanza con il Congresso Eucaristico in cui sarà presente Papa Paolo VI; ti puoi immaginare cosa accadrebbe in città se a questo evento ci aggiungi pure l’esordio in Serie A!

Benissimo: sai com’è finita? Praticamente il contrario!… Hanno tenuto conto solo del 18 settembre, ma giusto perché c’è il Papa di mezzo. Per il resto … tre partite in casa nelle prime quattro giornate!… E sai con chi?

  • 11 settembre: Pescara-Napoli;
  • 18 settembre: Torino-Pescara;
  • 25 settembre: Pescara-Bologna;
  • 2 ottobre: Pescara-Roma.

Questa sarebbe la tanto sbandierata “forza” del Società in Lega? Manca solo che ci “ammollassero” Juventus e Milan al posto di Bologna e Roma, e poi l’opera sarebbe stata completa.
Del resto, basta andare a vedere il calendario delle altre due neopromosse, Atalanta e Lanerossi Vicenza, che non hanno alcun problema di stadio, ma se la vedranno con Perugia, Verona, la stessa Bologna, una scalcinatissima Inter (che quest’anno parte senza alcuna ambizione) e altre del genere.
La domanda resta sempre la stessa: perché queste differenze?
E anche la risposta resta sempre la stessa: abbiamo già capito come stanno le cose. Accidenti, se l’abbiamo capito!
La “prima” proprio con il Napoli in casa, cioè uno dei due sentitissimi “quasi derby”, per di più con quella che è unanimemente riconosciuta la “regina” del calciomercato appena chiuso e l’avversaria numero uno per le due torinesi nella corsa al prossimo Scudetto. Se poi ci aggiungi che è la squadra con il maggior seguito in trasferta, capisci bene che c’è davvero da sudare freddo al solo pensiero di quella giornata, in uno stadio Adriatico con appena 25.000 miseri posti!… Basti pensare che i napoletani sono sempre andati in 30.000 a Roma; e altrettanti potrebbero teoricamente essere a Pescara, giacché anche dalle nostre parti non mancano di certo diverse migliaia di immigrati campani.
Subito dopo a Torino. Cioè a casa della squadra dove giocano Graziani, Pulici, Claudio Sala, Pecci, Patrizio Sala, Castellini, Zaccarelli … La squadra che da qualche anno lotta “a sangue” con la Juventus per la conquista dello Scudetto e che lo scorso maggio ha chiuso il campionato al secondo posto nonostante abbia conquistato 50 punti su 60 disponibili!… con un solo punto di ritardo dalla “extraterrestre” Juventus (51 punti su 60!) e ben 15 di vantaggio(!!!) sulla terza (Fiorentina, con 35 punti). La squadra sostenuta da una Curva che si chiama “Maratona” … sicuramente la migliore in assoluto, insieme alla ”Filadelfia” juventina.
Tu vuoi capire “cos’è e com’è” un vero gruppo “ultras”? Devi andare a studiarti le due Curve del Comunale torinese, soprattutto quelle degli ultimi 5 anni; e là troverai tutte le risposte.
Poi Bologna in casa … Bologna, i bolognesi, il 3 luglio … Mi pare che anche in questo caso non ci sia bisogno di aggiungere altro.
E quindi, tanto per chiudere degnamente il “primo ciclo”, la Roma … ancora in un Adriatico piccolissimo, per quello che è l’altro sentitissimo “quasi derby”, contro un’altra tifoseria da trasferte in massa e forse la più innovatrice in Italia, a livello di scenografie, canti e slogan.
Per oggi, non ne sappiamo niente di più, perché la stampa radiofonica e televisiva è autorizzata a diffondere solo le prime 4 giornate. Per tutto il resto, appuntamento con i giornali di domattina.
E meno male!… perché queste prime quattro sono di già sufficienti per bloccarci il respiro…  (continua qui con l’ultima puntata dello stesso Ciclo).
Gabriele (“Gaby”) Orlando 
[estratto dal (mio e vostro) diario del PESCARA RANGERS] 
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