L’ESODO – I battiti del Cuore Biancazzurro (9/a), di “Gaby”
01/07/2023
LA PAROLA SI E’ COMPIUTA – I battiti del Cuore Biancazzurro (10/a), di “Gaby”
02/07/2023

Venerdì, 1° luglio 1977 (continua) – 
Link alla parte precedente.
(…) In confronto a questa “faida” tra Pescara e Cagliari, quella di tre anni fa con il Lecce rischia di fare la figura di uno scontro tra “Boy-scouts” e “Giovani marmotte”.
Del resto, al di là delle opinioni personali, parlano i fatti. E i fatti dicono che tutt’oggi in Sardegna, invece di prendere atto del loro fallimento su tutto il fronte, dovuto soprattutto ad un ridicolo pseudo-allenatore, continuano a provocare al massimo delle potenzialità, mettendo in campo ogni genere di personaggio. Né possiamo meravigliarci più di tanto, giacché la provocazione è la “forza” dei perdenti, e quindi ciò che da quelle parti sanno fare meglio.
E l’arancia …. e lo 0-2 a tavolino … e 21 punti su 24 …. e due spareggi in 4 giorni … e Terni e Genova … e troppi squalificati … e troppa sfortuna … e troppo culo del Pescara … E avasht!
Cascettari!…. avete perso!…. cascettari!
Dopo tutti questi piagnistei, la prossima volta vi faranno giocare gli spareggi a Macomer e Decimomannu, e sarete finalmente contenti … Cascettari!
Il Corriere dello Sport, poi … te lo raccomando!
Dopo aver pianto fiumi di inconsolabili lacrime amare al fianco dell’ambiente cagliaritano, oggi (a distanza di appena 24 ore) ha già abbandonato la barca che affonda ed è salito su quella che veleggia inarrestabile verso il traguardo. Ora è la “piazza abruzzese” la nuova Eldorado del giornalismo sportivo italiano; ed è questa che ora bisogna “lavorarsi” a dovere.
Tutto assolutamente “normale”.
Tanto per cominciare, la ruffianeria inizia col far conoscere il nostro presidente al mondo intero che … “naturalmente” … non sa nemmeno chi egli sia:
Armando Caldora, nato a Frisa 44 anni fa, elegantissimo, villa con piscina stile Hollywood, ufficio al piano attico e segretaria che ricorda Liz Taylor, ma un rapporto difficile con la … grammatica italiana perché, precisa lui stesso: ‘Ho potuto studiare fino alla terza’, senza però specificare se Elementare o Media. A 17 anni lavora già in proprio, nel commercio all’ingrosso di frutta e verdura. A 24 anni entra nell’edilizia con macchinari americani che a Pescara ancora nessuno ha (e forse nessuno conosce). Dicono che abbia fatto fortuna in Venezuela, ma non è vero: a Caracas c’è stato solo come turista. Parla della società e ammette: ‘E’ come una famiglia che sono riuscito a mantenere unita, anche accettando di lasciar correre in più di un’occasione perché, come in tutte le famiglie, c’è sempre la pecora con le zampe nere’. Tra i suoi primi obiettivi in Serie A c’è la costruzione di un centro sportivo tutto del Pescara, da chiamare ‘Pescarello’, sull’esempio di Milanello e di Veronello”.
Ma che bel quadretto strappalacrime!… divertente e vomitevole al tempo stesso; com’è tipico (da sempre) degli inconfondibili “pezzi” firmati da Antonio Corbo; vero maestro in materia. Ed è altrettanto tipico che almeno metà di quanto scritto è di un’esagerazione tale da arrivare ai limiti dell’invenzione pura.
Tra le poche verità c’è, purtroppo, questa storia del “Pescarello”, che circola già da alcuni mesi.
Pescarello?… Ma che ci’avem’ ammatit’?… Io voglio continuare a credere che sia solo una battuta, magari dettata dall’euforia per l’incredibile traguardo all’orizzonte. Al limite, già “La Pescarina” (in analogia alla frazione di Spoltore) sarebbe molto più decente e serio, ma “Pescarello” toglietevelo dalla testa!

E quindi, una volta asciugate le lacrime (di commozione o per il troppo ridere, non sta a me dirlo), ci rituffiamo immediatamente nel gran da fare di queste ore. La famiglia Manzo non ha praticamente dormito; non c’è tempo per farlo. Impossibile. Bisogna trovare una soluzione per tutta questa gente rimasta a piedi e che ormai risiede in pianta stabile all’Excelsior, come e più di noi, a qualsiasi ora del giorno e della sera, in ansiosa attesa della lieta novella che annuncia nuovi posti a disposizione; qualunque sia il mezzo di trasporto. Le possibilità vengono analizzate tutte, nessuna esclusa: dal reperimento di altri pullman anche in regioni distanti dall’Abruzzo all’idea di un ponte aereo. Basterebbero 50 pullman (non sono pochi, ma neanche tantissimi) per sopperire ad un treno di 20 carrozze, e basterebbero 3-4 aerei “navetta” da 180 posti che facessero la spola tra Pescara e Bologna (40 minuti di volo) per ottenere altrettanto. Ma nessuna di queste soluzioni si rivela fattibile: i pullman non li ha più nessuno (nemmeno in Puglia e in Umbria) e gli aerei andavano prenotati per tempo, non all’ultimo momento; adesso mancano i tempi tecnici per renderli operativi.
Non resta che il treno, sempre e solo il treno. Un “terzo treno” che già di per sé ha tutto il carattere del fantascientifico, ma che diventa persino motivo di commozione se solo pensiamo che sarebbe il secondo dell’Excelsior-Rangers. Farei infatti sommessamente notare che l’organizzazione di tre treni speciali per una stessa trasferta non è mai riuscita neanche ai napoletani, che i romanisti se li sognano la notte di Natale e che a Milano o Torino non esiste proprio neanche l’ipotesi. Anche perché stiamo parlando di tre treni al massimo delle potenzialità (21 carrozze l’uno!… ), non quei miseri trenucci alla “foggiana maniera”.
Tanto per intenderci.
Si parte con decisione verso questo tentativo che, senza illudere nessuno, si presenta sin da subito come vera e propria impresa. I nostri “carissimi amici” del Compartimento FF.SS. di Ancona hanno già fatto sapere d’aver avuto enormi difficoltà a reperire materiale rotabile per il secondo treno, figurarsi per il terzo!… Come minimo si metteranno a ridere.
È solo mezzogiorno, e siamo già distrutti dalla fatica necessaria per mantenere un minimo di ordine pubblico, o meglio per evitare che, tra spintoni, resse, perdite di pazienza, urla, insulti, mini risse che si accendono là e qua, l’intero negozio venga involontariamente ma inesorabilmente devastato. La signora Vittoria si senta male per lo stress e deve sedersi per evitare un collasso, la figlia Tina non riesce più a fare nemmeno 2+2, tanta è la confusione e la stanchezza. Da parte sua, il signor Manzo è da stamattina presto che, in compagnia del genero, sta facendo su e giù tra il negozio e l’ufficio Dirigenti Movimento della stazione.
Per convincere la folla a desistere e a sfollare, decidiamo di preparare ed esporre il cartello di “treno esaurito”. Me ne incarico io personalmente, ma … non l’avessi mai fatto!… Rischio un vero e proprio linciaggio, tant’è vero che devo riparare velocemente dentro il negozio ed esporre il cartello dall’interno della vetrina … sempre sperando che non la sfondino … Nel frattempo, Enrico (barista dell’Excelsior), evidentemente impietosito e preoccupatissimo, decide di chiamare la Polizia, che per fortuna giunge quasi subito e ci mette in salvo. Almeno per ora.
In ogni caso, non sfolla proprio nessuno, perché ormai tutti sanno che da un momento all’altro dovrebbe tornare il signor Manzo con notizie fresche sul terzo treno, e quindi ripetono tutti la stessa cosa, come un disco incantato: a costo di saltare il pranzo, non ce ne andremo di qui senza i biglietti per il treno e per lo stadio. Del resto, posso capirli: ormai sanno benissimo che tornare fra due o tre ore significherebbe trovare quasi sicuramente il terzo treno già esaurito, per cui nessuno molla di un solo centimetro la preziosissima postazione conquistata. Peggio (o meglio …) che per lo storico e inarrivabile concerto dei Beatles al “Yankee Stadium” di New York!… Inarrivabile fino a ieri.
Finalmente torna il signor Manzo dalla stazione, accolto come un “messia”; e come tale viene letteralmente sopraffatto. La risposta tanto attesa è un “né sì, né no”. Tutto rinviato di qualche ora, giusto il tempo di esaminare e tentare di risolvere qualche problema tecnico molto serio.
Il primo dei quali è costituito proprio dalla preistorica, ridicola, vergognosissima stazione ferroviaria che ci ritroviamo a soli 23 anni dal Duemila. Ha la roboante denominazione di “Pescara Centrale” che fa tanto metropoli, ma poi ti ritrovi una sgangherata pensilina nel solo primo marciapiede e, incredibile ma vero, assenza totale di sottopassaggi. Di conseguenza, i binari si attraversano ancora camminando sulle passerelle in legno (… neanche asfaltate!… ), e ti puoi solo immaginare cosa accade quando parti o arrivi sotto un acquazzone … Come e peggio delle stazioncine che caratterizzano la Sulmona-Carpinone.
E quindi, il Compartimento di Ancona … figurarsi!… non aspettava altro per negarci il terzo treno, facendoci notare che occupare tre binari, con altrettanti treni di 21 vagoni (più locomotore), equivale a creare una barriera invalicabile, cioè a bloccare di fatto l’intera stazione. E purtroppo, questa volta ha ragione. Siamo ridotti a questo punto: subiamo un’umiliazione dietro l’altra dai “marchiGGiani” e dobbiamo pure stare zitti, se non per “ringraziare” di cuore i nostri politici, che da un lato sono del tutto incapaci di dare all’Abruzzo (e Molise) un proprio e sacrosanto Compartimento FF.SS., e dall’altro lato sono invece capacissimi a far “sparire magicamente” i finanziamenti per la nuova stazione, iniziata quasi vent’anni fa e ancora … invisibile.
La straordinaria capacità che ha il signor Manzo nel rabbonire anche un cane furioso (forse ha un “filo diretto” con San Francesco d’Assisi) rimette le cose momentaneamente a posto, grazie anche alla promessa fatta dalle FF.SS. di aumentare ciascun treno eccezionalmente a 23 carrozze. Non è certo questo contentino che ci risolverà ogni problema: 4 carrozze corrispondono a 384 posti in più, una vera “barzelletta” in confronto alle migliaia in “lista d’attesa”, ma intanto torna utile per placare l’ansia di 384 persone e per “promettere”(???) a tutti gli altri un’analoga soluzione nel giro di pochissime ore; a volte, qualche “buona bugia” si rende necessaria come l’aria per respirare … se vuoi uscirne vivo.
Sì, perché c’è un ulteriore problema … sennò poi rischiamo di annoiarci … e non è affatto di poco conto. Ieri e l’altro ieri, sempre per tenere a bada la travolgente onda umana, il signor Manzo ha pensato di rilasciare ricevute di “prenotazione” per un terzo treno che, come appena visto, al momento non esiste ancora. Ricevute che devono servire solo per stilare una lista d’attesa ufficiale, così da agevolare chi è in coda da più di 48 ore, ma i possessori hanno immediatamente equivocato, scambiandole per prenotazioni definitive, e quindi: o adesso si trasformano velocemente quei foglietti in veri biglietti per il treno, oppure qualcuno dovrà prendersi l’incarico di dire a questa gente che è stato solo una “speranza” e che la ricevuta può servire solo per il w.c. Di certo quel qualcuno non sarò io.
Svuotato il negozio, non ti dico con quale fatica, Ciro, Stani, Stefano e Fabrizio restano fuori insieme a Ettore e Michele, per trastullare i tifosi, soprattutto i più giovani (che al momento sono anche i più angosciati), mentre io, Riccardo, “smarfulone”, il signor Manzo, la signora Vittoria, Tina e il marito ci chiudiamo letteralmente dentro al negozio (proprio nel senso di chiusi a chiave) per analizzare e affrontare “molto velocemente” la situazione. Una riflessione volante è inevitabile: se solo la metà dei ragazzi che sono qui fuori facessero parte del Pescara Rangers, saremmo il più grande gruppo ultras del mondo, non c’è alcun dubbio. Perciò, questo è anche il momento buono, direi irripetibile, per accoglierli e famigliarizzarli con noi in pianta stabile, e non per le sole occasioni eccezionali. Un grande Pescara Rangers nasce e cresce anche (se non soprattutto) grazie a eventi che la vita propone e ripropone pochissime volte.
Affatto contento del “mezzo sì” ricevuto dalle FF.SS. (che, come si sa, implica anche un “mezzo no”), il signor Manzo inizia il rituale giro di telefonate, fatte letteralmente alle soglie del pianto disperato (quello vero, non quello sceneggiato), mentre noi tutti seguiamo col fiato sospeso, nemmeno si trattasse di telefonate fra due Capi di Stato che stano decidendo le sorti del Pianeta. La parola d’ordine è: non deve restare un solo tifoso a piedi! Cascasse il mondo, devono partire tutti, con qualsiasi mezzo.
Qualcosina succede, e la richiesta “transitoria” per avere i 4 vagoni in più viene accolta ufficialmente. Anche se, manco a dirlo, dal capoluogo marchiGGiano ce la fanno “pesare” come una montagna, con la solita viscida precisazione del tipo: “L’abbiamo fatto in via del tutto eccezionale … adottando accorgimenti straordinari … in deroga a tutte le norme delle Ferrovie … mai fatto niente del genere prima d’ora … giusto perché siete voi … “ e altre appiccicosissime mielosità, talmente vomitevoli da far concorrenza persino al vergognoso Milan Club Pescara.
Va bene, grazie! Vi ricorderemo in tutte le nostre preghiere serali del prossimo mese, ok?
Non è il toccasana, ma il sospiro di sollievo arriva lo stesso ed è anche molto grosso poiché, come detto, significa che almeno 384 “promesse” possono essere mantenute. Le altre 3.840?… si vedrà.
L’obiettivo, unico e inderogabile, resta il terzo treno, da ottenere con ogni mezzo, a costo di farsi raccomandare dal Papa. Ma se ne parla nel pomeriggio poiché, nel frattempo, si sono fatte le 13,30.
Che incredibile atmosfera c’è in questa zona di città: strade e piazze semideserte e assolate, dalle finestre aperte risuonano i tintinnii delle posate in tavola e la sigla del Telegiornale, gli ultimi pedoni si affrettano verso le proprie case già con le chiavi del portone in mano, ma la zona dell’Excelsior resta affollata come e più del sabato pomeriggio. È straordinario. Un contrasto quasi “lunare” che, se non fosse per il Magico Pescara, non avremmo mai visto né vissuto.
Il signor Manzo sta chiudendo il negozio quando arriva quasi di corsa Antonio (Totò) De Filippis de Il Messaggero e, cosa che scopro solo ora, anche uno dei soci fondatori del Club Excelsior. Ha una faccia da brividi e un filo di voce, giusto il minimo indispensabile per dirci quanto appena giunto in redazione: “Poco fa c’è stato un gravissimo incidente sulla strada per Villanova, in cui è rimasto coinvolto anche il giocatore del Pescara Gianfranco Motta che, essendo squalificato, ha deciso di restare a Pescara. È in fin di vita all’ospedale. La notizia ci è stata data da un testimone diretto dell’incidente; da giri di telefonate fatte, abbiamo anche la conferma de Il Tempo e della Rai Abruzzo”.
Sbianchiamo come cadaveri, al limite del collasso. Il silenzio di tomba è impressionante, ma poi reagiamo con la forza d’animo che solo un abruzzese può esprimere e ci diciamo con altrettanta forza e convinzione: “Impossibile. Non può essere vero. Testimoni o non testimoni, c’è qualche equivoco di sicuro e, vedrete, già oggi pomeriggio arriverà la smentita, ovvero la precisazione che trattasi di uno scambio di persona, magari a seguito di una straordinaria (ma possibile) somiglianza fisica”. Questa speranza sarebbe ulteriormente rafforzata da un “vecchio” dell’Excelsior (il famoso Alberto, quello con il cane sempre al seguito) che, a sua volta, è stato stamattina allo stadio per salutare la partenza del Pescara e giura d’aver visto Motta salire sul pullman della squadra; del resto, si fa davvero fatica a credere che un giocatore non voglia stare insieme ai compagni in questo momento storico per il Pescara e per la propria carriera.
L’assicurazione di Alberto viene però ignorata da tutti, perché lo shock è troppo forte.
Dobbiamo andare a pranzo, ma nessuno ne ha voglia. Anche perché fra pochi … minuti dovremo essere di nuovo qui, perciò tanto varrebbe andare a “farsi un panino” al bar. E infatti, noi che abitiamo nei pressi ce ne andiamo, ma la stragrande maggioranza delle persone resta sul posto. Come, del resto, avevano promesso: “Senza biglietto del treno e dello stadio non ce ne andremo mai”.
Alle 15,00 siamo di nuovo tutti sul posto di battaglia. Anzi siamo anche cinque in più perché, proprio a ora di pranzo, e come già largamente preannunciato, sono arrivati i nostri amici Ultras del Bologna venuti a Pescara appositamente per vivere insieme a noi ogni singola ora di questa interminabile, movimentatissima e festosa vigilia, che per loro costituisce un’assoluta novità; ma anche un’occasione imperdibile, perché … addò si magn’e si bev’ non mancano mai … E domenica torneranno a Bologna viaggiando con noi sul nostro treno, dove naturalmente saranno nostri ospiti, mentre il grosso degli Ultras bolognesi ci aspetteranno in stazione, al nostro arrivo.
Non si può parlare di gemellaggio, ovviamente, ma di sicuro si stanno creando buone premesse. Poi, in occasione del prossimo Pescara-Bologna … vedremo cosa accade. Per ora, nonostante i nostri amici rappresentino una tifoseria di Serie A, quindi da sempre abituati a confrontarsi con le maggiori Curve italiane, e nonostante fossero già preparati a trovare un ambiente festoso fuori dal comune, sono rimasti letteralmente a bocca aperta perché (dicono) non avrebbero mai immaginato che una città come Pescara, fino a tre anni fa calcisticamente semi-sconosciuta, potesse arrivare a tanto, specie in confronto a ciò che hanno visto in altre città ben più grandi. Essendo già stati con noi anche a Modena, Ferrara e Terni, non hanno alcun dubbio nel considerarci la migliore tifoseria di Serie B, ma si dicono certi che avremo un ruolo importante anche in serie A. Forse esagerano un po’, impressionati da queste ore che naturalmente non sono la consuetudine per Pescara, ma è una previsione che consideriamo un augurio, perciò l’accettiamo molto volentieri. Del resto, entrare nell’élite delle tifoserie italiane resta più che mai il nostro primo obiettivo in assoluto, perché un grande gruppo “ultras” rende grande anche il Nome della Città.
Per contro, i bolognesi non nascondono di certo le loro perplessità davanti ai nostri biglietti per i … Distinti, e quindi il dispiacere di non poterci ospitare nella loro Curva che, tra l’altro, nel basket tifa Fortitudo (teoricamente la seconda squadra di Bologna) i cui colori sono proprio Bianco e Azzurro; mentre ora saranno costretti a lasciare “casa loro” in mano al “merdaio bergamasco” (l’hanno detto loro, non io …).
Dopo pochi minuti il nostro arrivo in corso Umberto, giungono anche il signor Manzo e famiglia (abitano piuttosto vicini). Presentazioni di rito con gli amici bolognesi e poi … via!… a capofitto verso un altro pomeriggio che, tanto per cambiare, si prepara quanto mai agitato. Sì perché non basta tutto quello che sta accadendo per il terzo treno, ma ci si sono messe di mezzo anche le telefonate arrivate in “casa Manzo” durante quella che dovrebbe essere ora di pranzo; insomma, non si riesce più a mangiare neanche un boccone in santa pace. Sono le telefonate di Gianni Massascusa (I Fedelissimi) e Stracca (CCCB) che chiedono la concessione di qualche vagone sul terzo treno poiché, a loro volta, continuano ad essere subissati di richieste giorno e notte (e non è solo un modo di dire), ma di pullman non se ne trovano più, nemmeno a pagarli a peso d’oro, e loro non sanno più a che santo votarsi … resta solo sant’Angelo (Manzo), appunto.
Una faccia di “emme” da non temere eguali né passati né futuri. Prima ci ricoprono di invidie e gelosie su qualsiasi argomento, arrivando persino allo sberleffo, poi sparlano acidamente alle nostre spalle, facendoci passare per il “disonore” di Pescara, infine arrivano al punto di dirci: “Per voi solo 600 biglietti-stadio, poiché 600 sono gli iscritti del vostro Club”; ed è in assoluto l’infamata peggiore. Ora … il CCCB viene da noi … da noi!… ad elemosinare qualche carrozza sul terzo treno; che peraltro ancora non c’è, e quando ci sarà non basterà neanche per la nostra “lista d’attesa”.
Roba da pazzi!
Fatto sta che, nonostante i 46 vagoni dei due treni, l’organizzazione dei pullman in tutto l’Abruzzo ha già toccato … finora … quota 115 “ufficiali”, ma bisogna poi aggiungere quelli “autonomi” di cui non si hanno notizie. Di fatto, c’è “almeno” un pullman per ogni paese della regione, per ogni singola Ditta, ogni isolato, ogni gruppo di amici, ogni Ente … perché mettere insieme 55-60 Cuori Biancazzurri è quanto di più facile ci sia in questo momento in Abruzzo.
Insomma, a conti fatti siamo nella stessa situazione di Terni, con … due treni in più!… ma lo stesso allarme rosso. Sì, perché più tifosi sistemiamo e più ne spuntano da tutte le parti. E continuano a giungere anche le telefonate con le quali gli altri Clubs ci informano di situazioni analoghe presso le loro sedi, finendo per aumentare uno stress nervoso ormai già a livelli da manicomio “a vita”; in altre parole, hanno saputo (non si sa come) del possibile terzo treno e ci stanno saltando addosso, neanche fossimo il pozzo di San Patrizio. Un terzo treno ancora tutto da organizzare, ma già completamente esaurito.
Credimi, se avessimo disponibilità infinita, partirebbero per Bologna almeno sei treni; li potremmo tranquillamente riempire a occhi chiusi.
Arrivano telefonate anche di vere raccomandazioni, proprio quelle di politici locali che si appellano al loro nome, e quindi al presunto “potere” che ne deriverebbe, per ottenere chi 5, chi 10 chi addirittura 20 posti sul treno … che non c’è. Pensa, tra le altre, ne è arrivata una anche di un notissimo esponente locale del P.C.I., nonostante anche le pietre sappiano che il signor Manzo è da sempre un granitico “missino”. Tra l’altro, proprio per estrema avversione politica, questo signore è lo stesso che fino a due settimane fa si divertiva a criticare aspramente il nostro presidente, sia nelle piazze sia sui giornali, arrivando persino ad accusarlo d’aver fondato il Pescara Rangers con il preciso intento di farne una “squadra nera”; ti lascio immaginare con quali conseguenze, a livello di casini e polemiche. E oggi chiama per avere 10 posti sul terzo treno.
Quando si dice “la faccia come il culo”!… e t’accorgi che non è solo un modo di dire.
All’esterno del Regalo Artistico si è creata addirittura una sorta di “delegazione” in rappresentanza dei disperati, tra i quali ci sono anche diversi “vecchi” dell’Excelsior (come noi chiamiamo affettuosamente i tifosi over 45) che, in modo del tutto incomprensibile e sconsiderato, se la sono presa piuttosto comoda perché tanto … “Il biglietto ce l’ho in casa!…”, perché tanto … “Ngiulin’ è amico mio” … Sì, come no!…. Ora tutti con un palmo di naso e, ovviamente, sono anche i più agitati.
La delegazione si reca dal signor Manzo per informarlo di quanto hanno saputo da fonte sicura: c’è “qualcuno in alto” che sta facendo di tutto per boicottare la “spedizione bolognese” unicamente a titolo di puro dispetto verso Pescara e pescaresi; ed è un “qualcuno” con nome e cognome molto precisi e sicuri. Pertanto, al signor Manzo viene chiesto di farsi portavoce presso chi di dovere per preavvisare che, se la faccenda non si risolve subito e totalmente, ci saranno incidenti di ogni genere: la città non è disposta a subire restandosene con le mani in mano, tantomeno in un’occasione come questa.
Siccome non sono ragazzi in vena di battute, ma persone “decisamente” adulte (vedessi che “facce”!…), un po’ tutti cominciamo a credere che dicano sul serio. Per la verità, lo pensa anche il signor Manzo che, sotto-sotto, è pienamente d’accordo con loro; non può dirlo apertamente, è ovvio, ma basta ripensare alla rivoluzione per Pescara Capoluogo di appena 7 anni fa per sgombrare il campo da ogni dubbio. Il grido di battaglia, allora come oggi, è sempre lo stesso: guai a chi “tocca” Pescara.
Dopo pochi minuti, al negozio arrivano Massascusa e altri 4 rappresentanti del CCCB (mai visti prima d’ora) per informare che anche da altre zone della città si stanno levando minacce del genere. Di fatto, siamo in uno stato di preallarme perché la gente è incazzata nera, ritenendo che le negazioni di altri treni e del “ponte aereo” siano solo delle patetiche scuse; per cui, il passaggio dalle urla ai fatti è molto più di un semplice rischio.
Ho la netta impressione, che qui ci sia ben poco da scherzare: i tifosi rimasti a piedi saranno non più di 4-5.000, ma abbastanza per dare vita ad una rivolta urbana, in confronto alla quale “Caserta 1969” diventerebbe una carnevalata. E forse, è proprio questa l’ultima soluzione che ci resta: una sollevazione popolare che faccia “capire” a chi di dovere che non è affatto il momento di ripicche personali e meschini boicottaggi; poiché niente sarà gratis.
L’ora è piuttosto sconveniente, visto che tra una cosa e l’altra si sono fatte le 20,30 (a casa ci avranno già dati per dispersi), ma non è questo il momento per guardare a “dettagli” del genere perciò, mano al telefono e via con un “altro giro-altra corsa”.
Non ho mai capito, né forse capirò mai, perché il signor Manzo non abbia intrapreso la carriera teatrale o cinematografica; ora a Pescara avremmo anche noi il nostro Alberto Sordi, se non di più. Assolutamente straordinaria è la sua capacità di miscelare il pietismo lacrimevole alle minacce neanche troppo velate, di cambiare tono alla voce (e al discorso) nel breve volgere di dieci secondi. Peraltro, con un’efficacia altrettanto fuori dal normale, giacché dall’altro capo del filo un misterioso “non so chi” ci dà appuntamento all’indomani mattina in ufficio, per vedere cosa si può fare; una soluzione verrà fuori sicuramente.
Bene! L’ho sempre detto che … “con le cattive si ottiene tutto”.
Ed è con questa viva convinzione che si va a casa … si fa per dire, visto che ormai la nostra casa è praticamente qua, all’angolo tra corso Umberto e via Cesare Battisti.

Sabato, 2 luglio 1977
Finalmente!
Mancano solo 24 ore. Sappiamo bene che scorreranno molto lentamente, al punto da sembrare interminabili, ma perlomeno sono ore e non più giorni. Non ce la facciamo più.
La mattinata inizia di buonora, esattamente da dove s’era conclusa la serata di ieri: alle 8,30 il signor Manzo è già negli uffici della stazione, per la conclusione di una trattativa che … nemmeno all’O.N.U.!… E all’Excelsior (Regalo Artistico) lo scenario è sempre quello, con la stessa gente, nello stesso (preoccupante) numero che invade marciapiede e strada. Non vedo sacchi a pelo in giro, altrimenti sarei pronto a giurare che abbiano dormito tutti qui.
In attesa che torni il signor Manzo dalla stazione, ci concediamo un momento di pseudo relax mentale, non foss’altro che per combattere la tensione, e lo utilizziamo per leggere e commentare i giornali di oggi. Del resto, con l’edicola di Attilio proprio di fronte, e il fornitissimo Bar Excelsior, è il minimo che si possa fare.
Come facilmente prevedibile per una vigilia del genere, ce n’è per tutti i gusti. E purtroppo, non può mancare il “lato oscuro” che, come già visto nelle scorse settimane, cerca puntualmente di rovinare la Festa Pescarese ogni qualvolta se ne presenta l’occasione. Sembra quasi che sia diventata una caratteristica del nostro incredibile, ineguagliabile e a volte indecifrabile Mondo Biancazzurro. Ci dev’essere sempre il guastafeste di turno, diretto o indiretto, per il “semplice” gusto di guastare le feste, pur non avendo alcun ritorno pratico in cambio; se non l’esatto contrario di ciò che si aspetta.
La scusa, questa volta, è la frase di Caldora che, nel parlare del suo ambiente di lavoro (non della Pescara Calcio) accennava alla “pecora con le zampe nere”, immancabile in qualsiasi famiglia. Cosa peraltro risaputa; perciò nulla di straordinario. Ma le code di paglia di Via Campania si sono immediatamente accese, e il dirigente biancazzurro Nait, uno di quelli abituati a stare “nell’ombra”, non perde occasione per emergere dalle tenebre nel momento più sbagliato del XX secolo, e attacca: “Ce l’ha forse con me, per la questione delle tessere omaggio? Oppure ce l’ha con Di Properzio in quanto tesoriere? O forse con Cilli, con il quale ha litigato giusto qualche giorno fa? O addirittura con l’ex presidente Capacchietti, che (secondo lui) starebbe facendo carte false per riprendersi la presidenza? Tutto può essere, visto che il Commendatore litiga spesso e volentieri un po’ con tutti”. E poi prosegue: “E’ una dichiarazione che ai consiglieri ha dato molta noia, e ora in Società c’è tensione. E poi, perché continua a vantarsi di essere il maggior azionista? Possiede azioni solo per 42 milioni di lire, su un totale di 540 milioni, significa che possiede azioni per 2 o 3 milioni di lire più di noialtri, perciò non è certo il Fraizzoli di Pescara che crede di essere. Anzi, senza di noi non andrebbe da nessuna parte. E poi, non si vede mai, né agli allenamenti, né negli spogliatoi, né in campo, l’avessi visto almeno una volta vicino alla squadra, in tutti questi mesi! Mai. Noi abbiamo perso il sonno per la squadra, e lui pensa solo a sfilare per corso Umberto in mezzo ai tifosi, alla ricerca di qualcuno che lo porti in trionfo. Mi fermo qua, ma solo per ora, perché non è il momento delle polemiche”.
E meno male!… Pensa tu se fosse stato il tempo delle polemiche …
Ecco: a Pescara (dove non ci facciamo mancare niente) abbiamo anche un “dirigente”(???) di questo “tipo”, che alla vigilia della giornata più importante in assoluto nella Storia del Calcio Pescarese pensa sia bene dichiarare queste cose ai quattro venti, in cronaca nazionale. Dimostrando così (con i fatti) quanto sia “grande” il suo … Amore per le sorti della Bandiera Biancazzurra!… Non aggiungo altro, per evitare di macchiarmi l’anima a causa di un individuo del genere.
La ciliegina sulla torta arriva per l’ennesima volta dalla Sardegna, a opera dello “pseudo-allenatore” del Cagliari che, dopo aver confessato di non riuscire più a dormire la notte, dopo aver confessato di aver passato un giorno intero al telefono per consolare la figlia Donatella, a sua volta piangente H24 a causa della sconfitta di Genova, oggi confessa che non andrà a Bologna, a vedere Pescara-Atalanta perché … “è una partita combinata” … quindi inutile perderci su altro tempo.
Sono d’accordissimo con lo “scoppato”: inutile perdere tempo … a commentare deliri nervosi del genere.
Infine, abbiamo la versione ufficiale dell’incidente accaduto l’altro giorno a Villanova, e che avrebbe visto coinvolto il nostro terzino Motta, dato addirittura in fin di vita all’ospedale. Naturalmente, aveva ragione Alberto “con il cane”: non era vero niente, poiché l’incidente ha coinvolto tutt’altra persona, mentre Motta era partito regolarmente con la squadra. Però, c’è gente che mette in giro una malvagità del genere, arrivando persino a spergiurare di esserne stato testimone oculare, tanto da farci cascare anche i giornalisti de Il Messaggero.
Qua non si tratta più di gufi o di colpi di sole. Qua c’è gente malata di mente che, in preda a una violenta crisi “cascettara” (speriamo l’ultima della loro vita meschina), sta diventando davvero pericolosa per il quieto vivere della società civile.
Meglio chiudere con una nota umoristica, per tentare di risollevarci un po’ da questo sconcerto. I due tifosi cagliaritani arrestati a Terni … quelli che invasero il campo per “abbendarsi” da soli contro i 25.000 tifosi Biancazzurri … sono Alvaro Mura (22 anni) e Giuseppe Carboni (26 anni), e hanno beccato 4 mesi con la condizionale, per resistenza al pubblico ufficiale. Per cui, la prossima volta che si “abbenderanno” da soli contro la tifoseria del … Rimini, sappiano che non ci sarà più la condizionale.
Il campanile del Sacro Cuore sta suonando il mezzogiorno, ed è ancora un “mezzogiorno di fuoco”. Al Regalo Artistico arriva la telefonata con la quale il signor Manzo avvisa che sta tornando dalla stazione. Decidiamo immediatamente di andargli subito incontro, seguiti a ruota da numerosi “vecchi” dell’Excelsior, sempre incredibilmente informati su tutto e tutti in tempo reale; forse avranno piazzato microspie un po’ ovunque. Di fatto, si crea una sorta di processione che va incontro al “santo salvatore”. Ci incontriamo in piazza Sacro Cuore, e la visione di ‘Ngiulin viene vissuta da tutti come la Seconda Venuta di Gesù Cristo sulla Terra; ti giuro, non esagero! Eh sì, perché se il terzo treno si fa, tutta questa gente esulta e noi con loro (ci puoi contare), ma se il terzo treno non si fa … io personalmente, me ne scappo alla velocità della luce attraverso qualche via laterale, voi fate come volete. Per cui, prima ancora di sentire la sua voce, è l’espressione del suo viso che osserviamo con attenzione; perché è quella la vera “voce” (del cuore).

Il terzo treno si fa.

Non sarà stata la raccomandazione del Papa (… almeno credo!… ), ma un qualche “zio Remo” (Gaspari), o “zio Peppino” (Quieti), o “zio Alberto” (Casalini) dev’essere senz’altro intervenuto, se è vero com’è vero che è bastata una notte per sbloccare completamente la situazione e per “costringere” il Compartimento di Ancona a concedere il terzo treno … che prima era impossibile per “mancanza” di materiale rotabile”, mentre ora è possibile, poiché il materiale rotabile è ricomparso come per magia.
Non so se è una “raccomandazione” o una “magia”, ma di sicuro è un miracolo!
Un miracolo, veniamo ora a sapere, reso possibile grazie ai Compartimenti FF.SS. di Lazio ed Emilia Romagna, che mettono a disposizione carrozze e locomotori del loro parco, ma soprattutto grazie a due macchinisti pescaresi (colleghi del genero del signor Manzo) che rinunciano al loro turno di riposo pur di partecipare “con i fatti” alla causa Biancazzurra, nonostante non siano affatto tifosi, e nemmeno semplici sportivi … fino a ieri!… Insomma, qualcosa di molto simile a quanto accaduto tre anni fa quando, come molti ricorderanno senz’altro, i trenta autisti della Saicem annullarono lo sciopero alla vigilia della trasferta a Caserta, altrimenti destinata a saltare … e a far scoppiare una rivoluzione cui è meglio non pensare.
Perché, come si sarà senz’altro capito, se fosse dipeso solo dagli “amici” di Ancona … stavamo freschi!… E che questa concessione “obbligata” sia avvenuta tra un digrignare di denti e un fegato arrovellato lo si capisce dalla nota a margine, con la quale i “marchiGGiani” cercano evidentemente di rifarsi, almeno in parte. Fanno infatti sapere che ci saranno addebitate tutte le spese e tutte le responsabilità in caso di danni ai treni, di disordini nelle stazioni e di ostacoli al normale traffico ferroviario. Il riferimento è alle precedenti trasferte (ultima delle quali Ferrara), in occasione delle quali diverse carrozze sono state semidistrutte (specie i sedili, le tendine e i w.c.), la stazione di Ancona (dove la sosta è obbligatoria) ha dovuto … sostituire tutti gli infissi dopo il nostro passaggio, e poi c’è il solito imbecille che si diverte a tirare il freno d’emergenza e a bloccare il treno in aperta campagna, procurando enormi ritardi a tutti i treni di linea.
Insomma, “in Ancona” non perdono la ghiottissima occasione per farci pagare cara la nostra “potenza politica”, dalla quale i cagliaritani Demontis & Company dovrebbero solo prendere esempio, invece di piagnucolare come chietini depressi.
Si torna al negozio tutti in gruppo, come i Re Magi che portano il “dono” al popolo in attesa. Il quale popolo, ne viene a conoscenza quando siamo ancora nei pressi del negozio di Valerio (Santilli), attraverso i nostri gesti inequivocabili: “Gaudium magnum, annuntio vobis: habemus tertium vehiculo”!… Mi devi credere sulla parola: l’esultanza collettiva non ha niente di meno da quella della “liberazione”, forse un po’ esagerata in sé, ma che si giustifica pienamente con la tensione accumulata in queste ultime 48 ore, ognuna delle quali lasciava intravedere solo orizzonti grigi. Anzi, antracite.
E c’è anche un’ulteriore notizia che, data la situazione, risulta assolutamente eccezionale: il signor Manzo (o “chi” per lui) ha ottenuto anche l’autorizzazione per vendere i cosiddetti “posti in piedi”, come del resto avviene per i normali treni di linea. Sembra una sciocchezza, ma non lo è affatto quando ti accorgi che, grazie a questa concessione, i 6.624 posti a sedere diventano tranquillamente 7.000; occorrerà solo preavvisare i 376 “fortunati” che non hanno il posto assegnato e che, perciò, dovranno arrangiarsi tra corridoi, amici che si stringono e … w.c.
Definito pertanto anche il programma complessivo:
– alle 7,30 partirà il primo treno, quello nostro dell’Excelsior-Rangers;
– alle 8,20 partirà il secondo treno, la “Freccia Biancazzurra n. 8” del CCCB;
– alle 9,00 partirà il terzo treno che, pur essendo un misto tra Excelsior-Rangers, CCCB e altri Club dissidenti, prenderà comunque la denominazione di “Freccia Biancazzurra n. 9” … ottenuta “Grazie!” ad Angelo Manzo, non certo per merito dei vari pupazzi che si atteggiano a “capi-popolo-senza-popolo” e poi non sono capaci neanche di alzare la cornetta di un telefono.
Il tempo di percorrenza è stabilito in 5 ore circa. Sono decisamente troppe, considerando che il “Rapido” di linea impiega 3 ore e 55 minuti pur facendo ben sette fermate intermedie (noi invece abbiamo solo quella di Ancona), perciò è chiaro che hanno già programmato innumerevoli “soste campagnole” lungo il tragitto, per dare la precedenza a qualunque carriola o trattore casualmente di passaggio; chi è stato con noi nell’allucinante trasferta di Bergamo (dello scorso 30 gennaio) capirà al volo cosa voglio dire.
Va beh!… non importa. Importa molto di più che si arrivi con un certo anticipo e, in tal senso, mi sembra che l’organizzazione sia stata molto buona, considerando l’inizio della partita alle 17,30.
Nel frattempo, viene a farci visita di nuovo il giornalista de Il Messaggero Antonio De Filippis, che riesce a raggiungere l’ingresso del negozio a forza di spintoni e di urla per farsi aprire (da ricordare che ci siamo dovuti chiudere dentro a chiave). Questa volta è qui non come “messaggero” di notizie funeste (per di più false), ma per una festosa intervista sulle ultimissime, evidentemente di straordinaria importanza. Purtroppo, il signor Manzo deve giocoforza rifiutare per materiale mancanza di tempo, e si limita a dire: “Puoi scrivere semplicemente che andremo in Serie A anche se a Bologna mandano ad arbitrare Delogu in persona, con Toneatto guardialinee”.
Più chiaro di così non si può.
Dopo aver avvisato Massascusa e Stracca, ai quali vengono concessi due vagoni a testa, si riapre la porta del Regalo Artistico e, con essa, la corsa all’iscrizione; questa volta quella vera e, soprattutto, quella definitiva: chi è dentro-è dentro, chi è fuori-è fuori. Inutile dirtelo: passano nemmeno 60 minuti e il treno è già esaurito; i 23 vagoni hanno fatto il fumo con la sola “lista d’attesa”. L’ultimo biglietto viene fatto alle 13,35 e fuori c’è ancora abbastanza gente per riempire un quarto treno!… di cui naturalmente non se ne parla nemmeno. Ma nemmeno per scherzo!… Discorso chiuso; per Carità di Dio!
Perciò, anche il signor Manzo, che della parola “menefreghismo” non conosce neanche l’esistenza, si prodiga per aiutare almeno moralmente i tanti rimasti a piedi, suggerendo tutte le possibili alternative, ma è chiaro che quella del treno di linea è l’unica rimasta davvero; se vogliamo escludere autostop e motorini, oppure auto private con 7-8 persone a bordo.
L’organizzazione della trasferta è perciò completata, anche per quanto riguarda la distribuzione dei biglietti stadio, per i quali non c’è stato il benché minimo problema. Di fatti, ai 18.000 avuti sin dalla prima richiesta si sono aggiunti altri 4.000 (per tutti gli ordini di posti) arrivati al CCCB ieri mattina direttamente da Bergamo!… Infatti, l’Atalanta ha restituito 2.000 dei 6.000 biglietti avuti, e lo stesso ha fatto il Bologna F.C., che ha venduto 8.000 dei 10.000 biglietti che aveva trattenuto. In proposito, lo stesso Bologna conferma che almeno la metà di questi 8.000 biglietti sono stati acquistati da Clubs Biancazzurri del Nord e da Abruzzesi residenti o domiciliati il Emilia Romagna. Dunque, la situazione è quanto mai chiara: finiscono in mano Biancazzurra anche metà Curva Andrea Costa, cioè quella … “atalantina”; o che perlomeno avrebbe dovuto essere tale. In poche parole, “gli entriamo in casa”.
Mi sa che domani ci sarà da divertirsi …
Poi ci sono i 4.000 biglietti che, per legge, il Bologna F.C. deve obbligatoriamente mettere in vendita ai botteghini dello stadio, prima della partita, e … indovina un po’ in quali mani finiranno …
Questi i fatti; peraltro relativi ai soli paganti. Mentre gli altri continuano a vincere i campionati delle chiacchiere. Fatti che polverizzano anche il record stabilito con la trasferta di Terni, il record che sembrava inattaccabile e destinato a durare secoli; invece è durato il breve spazio di appena 192 ore. Non si tratta solo dell’inimmaginabile entusiasmo in sé, e non si tratta nemmeno solo della maggior capienza dello stadio bolognese (che ha dato via libera agli esclusi di Terni), ma c’è anche la reazione emotiva a tutte le indicibili pagliacciate pervenute dalla Sardegna … a tutto nostro vantaggio, come volevasi dimostrare.
Cari cagliaritani (tifosi rossoblù esclusi), cari giornalisti nordisti di ‘sto ca … volfiore, avete presente cos’è il boomerang? Bene, allora vi consiglio di spostarvi subito, perché sta velocemente tornando indietro giusto in direzione della vostra fronte; con precisione millimetrica.
L’immancabile invidioso schiattato fa subito notare che … “Trentamila tifosi sì, ma (come già a Terni) la metà dei quali non sono di Pescara”. È vero, nessuno può e vuole negarlo. Ma noi siamo una grande città, con una grande squadra e una grande tifoseria che, in quanto tali, non hanno limiti geografici. Tu appartieni ad una “civitas” dove al “campo sportivo” vi potete contate fra di voi, e sei rappresentato da una squadretta parrocchiale che si dimena nell’anonimato del calcio italiano.
È solo questione di “grandezza” e di “piccolezza”, caro il mio fracico-schiattato. Perciò, fattene una ragione “in sæcula sæculorum” e lascia perdere Pescara, il Pescara e i pescaresi, perché sono “argomenti” troppo grandi per te, quindi potenzialmente dannose alla tua fragilissima salute.
Questo è, naturalmente, il pomeriggio in cui non solo l’Excelsior-Rangers, ma un po’ tutti tirano le somme dell’esodo.
L’agenzia Carinci ha riempito 26 pullman, ed è un dato semplicemente incredibile, se solo pensi che (Terni a parte) non è mai andata oltre i 5-6 pullman, e solo nelle occasioni di “movimento generale”.
Il dirigente Ennio Nait, tra un litigio e l’altro con Caldora, ha trovato il tempo e la voglia per organizzare un pullman appositamente riservato al … palazzo in cui abita, e i 58 posti sono andati immediatamente esauriti; sul lunotto posteriore verrà fissato un manifestino con la denominazione “Condominio Biancazzurro”.
Iniziativa simpatica, ma anche clamorosa, del Bar Molino (quello che si trova di fronte al mercato coperto di Porta Nuova): lunedì, a promozione acquisita, ci sarà caffè gratis per tutti, e per tutta la giornata. La domanda sorge spontanea: il proprietario ha una mezza idea di quanta gente gli si presenterà, in una zona così movimentata?
Risolto il mistero (se vogliamo chiamarlo così) della scelta caduta sulla Curva San Luca: è stata consigliata al CCCB da amici del Coordinamento Bologna Clubs perché … sai perché?… E’ la Curva quasi completamente in ombra, perciò anche la più fresca; particolare (dicono) affatto trascurabile quando devi giocare a Bologna in un torrido pomeriggio di luglio. No, non è uno scherzo di Luigi “il tesoriere”, ma hanno detto proprio così, e ce lo confermano sia Peppino Montebello sia Gianni Massascusa, a loro volta informati da Stracca.
Forse era meglio non venire a conoscenza di una galattica stron … ata come questa. C’è da restare allibiti, ma anche molto preoccupati in chiave futura: dobbiamo far giocare Pescara e Atalanta dentro un’autentica bolgia infernale, di quelle che costringerebbero Dante a riscrivere da capo la Divina Commedia, e questi ragionano ancora come se si stessero preparando per andare alla “prima” della Scala! A questo punto, mi meraviglio che non abbiano chiesto anche il “servizio hostess” che ti accompagna al posto dove c’è un bel cuscinetto di velluto rosso, una bibita a scelta e il ventaglio a batteria …
Tra l’altro, ad aumentare la nostra rinnovata incazzatura ci si mette lo stesso Gianni (Massascusa) che, incredibile ma vero, è d’accordo con noi; ma non ha mosso un dito per far cambiare idea ai “teatranti”. E’ davvero così difficile da capire? Avere la Curva addosso al tunnel degli spogliatoi significa “ringhiare” sul collo degli avversari e, al tempo stesso, caricare i nostri, ben sei volte: entrata e uscita di ispezione in borghese, entrata e uscita del primo tempo, entrata e uscita del secondo tempo; e non è affatto un particolare secondario, quando sei davvero il “dodicesimo” di uno stadio. Altrimenti, ti abboni alla quarta fila della platea, alla Scala (o al San Carlo di Napoli, se lo preferisci), e ti togli ogni problema.
Cari amici miei tutti, mi pare evidente che quest’estate avremo molto da lavorare … moltissimo … e unicamente a livello di “testa”. Ora come ora, il nostro CCCB in Serie A fa la stessa identica figura della Fiat “Bianchina” all’autodromo di Monza, e non mi sembra assolutamente il caso.
Dopo pranzo, siamo tornati al negozio con particolare entusiasmo perché, messa alle spalle una settimana infernale, finalmente possiamo concederci un pomeriggio senza affanni e “stare dentro” l’indescrivibile aria di festa (finora vissuta solo di riflesso), oltre che per mettere a punto gli ultimi dettagli organizzativi sul tifo. Niente di straordinario, purtroppo, perché non abbiamo avuto né il tempo né la forza per organizzare coreografie particolari, come invece sarebbe stato persino doveroso, e quindi ripeteremo il già collaudato cliché di Ferrara e Terni, dove la coreografia è costituita dalla … intera tifoseria Biancazzurra, dal primo all’ultimo componente; e hai detto niente!… Per questo, ci siamo proprio tutti: io, Ciro, Davide, Riccardo, Stani, Fabrizio, Stefano “vastese”, i due Maurizio, Colonna, Sergio, Tino, “smarfulone” e il gruppo degli ex Ultras quasi al completo; insomma, “si respira” allegria e festa a pieni polmoni.
Intorno a noi, poi … non so più che termini e frasi usare per raccontarlo.
Anche la spiaggia fa registrare un “tutto esaurito” piuttosto inusuale per il sabato pomeriggio. Manco a dirlo, è tutto biancazzurro, grazie a bandiere di ogni formato e disegno che sventolano da moltissimi ombrelloni e sui pennoni di ogni stabilimento balneare, quello dove di solito si issa la bandiera rossa del “mare mosso” … Adesso è un “altro” tipo di mare ad essere … molto mosso, praticamente in burrasca; ed è la burrasca più gioiosa che la Natura possa produrre.
Stamattina sono anche ripresi i caroselli di auto e cortei a piedi, che naturalmente si stanno intensificando col passare delle ore attraversano l’intera città, in lungo e in largo. Ogni volta che passano sulla Riviera (con cadenza di circa 20-30 minuti), dalla spiaggia e dai bar degli stabilimenti si leva festoso il grido del “Si va”, tra lo sventolio di bandiere, bandierine e bandieroni che ormai ognuno si porta al seguito uscendo di casa, come l’ombrello quando minaccia pioggia. E chi non ha la bandiera sventola comunque un telo da spiaggia biancazzurro, che va benissimo lo stesso.
Non è solo la Riviera. Cori ovunque: a pochi metri da te, in lontananza, a nord, a sud … ovunque. Si susseguono uno dietro l’altro, “a fisarmonica” senza soluzione di continuità. Anche perché di fatto l’esodo è già avviato. Di fatti, non sono pochi i pescaresi che, approfittando di varie “basi d’appoggio” nella città emiliana, stanno partendo in queste ore per prenderne possesso con un giorno di anticipo; bandiere al vento e clacson a tutta callara. Capisci quindi che non sei semplice spettatore di una festa meravigliosa e senza confini geografici, ma ne sei primo attore al pari di tutti gli altri; senza di te, senza di me, senza di lui … senza anche uno solo di noi tutti, questa Festa non sarebbe mai la stessa cosa
Per strada vengono applaudite persino le nuove auto della Polizia, rinnovate di recente tanto nel modello quanto nel look: non più quel deprimente e campagnolo verde oliva (mi ricorda qualcosa …) delle ormai sorpassate “giulie”, ma un azzurro scintillante con bande laterali bianche delle nuove “alfette” … quando si dice il Destino!
Siamo tutti convinti di essere sprofondati nell’estasi più assoluta. Del resto, lo stesso Piloni ha appena dichiarato (sui giornali): “Ho vinto tre Scudetti con la Juventus, due da “dodicesimo” e uno persino da protagonista, visto che nell’ultima parte di campionato (1972) ho sostituito Carmignani infortunato. Ma nessuno di quei festeggiamenti bianconeri è lontanamente paragonabile con quanto sta accadendo qui a Pescara; siamo su un altro pianeta”.
Hai capito, che roba? Siamo noi “un altro pianeta”, rispetto alla Juventus, non il contrario … E l’ha detto Piloni che, oltre tutto, è pure “100% marchiGGiano” (nativo di Ancona).
Un Paradiso Terrestre, del quale Dio ci sta facendo dono con il privilegio di poterlo vivere in diretta.
Ma abbiamo dimenticato troppo presto che l’Eden … anche l’Eden pescarese … è contrassegnato dal serpente, il cui unico scopo è disfare tutto quanto di buono l’uomo costruisce. E questa volta non c’entrano niente né Nait, né dirigenti invidiosi, né code di paglia varie; anzi, magari fosse questo, il problema!
Accade che il signor Manzo scompare improvvisamente, non è più in negozio (cosa stranissima, in un momento come questo) e la signora Vittoria è insolitamente rabbuiata; lei che non lo è mai stata in modo così vistoso neanche davanti a guai piuttosto seri. C’è un’incomprensibile aria da funerale che stona moltissimo con quanto accade là fuori e con le vere e proprie imprese realizzate nelle ultimissime ore, perciò oltremodo preoccupante. Noi preferiamo evitare domande potenzialmente indiscrete, lei probabilmente preferisce tacere … fatto sta che ci vuole quasi un quarto d’ora per giungere a capo del mistero. Un mistero che ha tutti i connotati di una tragedia senza pari, a livello di tifoseria: non più di mezz’ora fa ha telefonato il Compartimento di Ancona agli uffici di Pescara Centrale, i quali hanno subito telefonato al signor Manzo per comunicargli che…
i l   t e r z o   t r e n o   è   r e v o c a t o
… per sopraggiunti e inaspettati problemi nel reperimento delle carrozze.
Se ci misurassimo la pressione sanguinea adesso, verrebbero fuori valori da veri zombi.
Mai provato un panico del genere. E non occorre certo specificarne i motivi … a 15 ore dalla partenza!
Infatti, all’arrivo della suddetta telefonata, la signora Vittoria era convinta che stasera sarebbe rimasta vedova. Tanto più perché da Ancona invitano (non senza un sadico godimento) a non insistere: davanti alla mancanza oggettiva del materiale c’è poco da discutere. Una mancanza di carrozze tutta da verificare, visto che la domenica il normale traffico passeggeri è quasi dimezzato, quindi non si può credere che tra Emilia Romagna, Marche e Abruzzo non si trovino 23 carrozze libere e un locomotore.
Dunque, tanto hanno detto, tanto hanno fatto, il progetto di rovinare la Festa sta per andare in porto e, come sempre, nella maniera peggiore possibile
Questa dipendenza dal Compartimento FF.SS. di Ancona è un qualcosa che va affrontato e risolto al più presto da chi di dovere. Non se ne può più!… Non se ne può più!… Non se ne può più!…
Bastaaaaaaaaaa!
A 23 anni dal Duemila … 23, come le carrozze di cui abbiamo bisogno … non è più ci-vil-men-te possibile pendere dalle labbra e dai capricci del più becero e infimo campanilismo interregionale, tantomeno quando di mezzo ci sono questioni solo apparentemente sportive, in realtà assolutamente sociali su larga scala. Qui non è questione di partite del Pescara, qui è questione di gente disperata che non mangia e non dorme da giorni per fare la fila, che sta consumando ogni residuo di ferie e permessi per affrontare code interminabili, che toglie il pane di bocca a sé stesso e alla famiglia pur di mettere insieme i soldi per Bologna … E noi stiamo ancora a trepidare, travolti da un’indicibile angoscia, per un’interurbana che potrebbe arrivare da Ancona in ogni santo minuto fatto da Dio? Cioè da una cittadina poco più grande della nostra Porta Nuova?
Adesso dai 2.350 iscritti ci vai tu, dirigente centrale “marchiGGiano”, e gli dici che devono arrangiarsi. Oppure facciamo il contrario: prendo le 2.350 “belve” e te le porto direttamente sotto il tuo ufficio, così glielo dici da dietro la tua scrivania che Pescara-Atalanta … quella della Serie A … se la devono far raccontare dagli amici; tutt’al più vedersela in televisione.
La mia sarebbe destinata a restare solo una battuta, e invece viene raccolta al volo dal signor Manzo che, abbandonato velocemente ogni forma di fair play (in poche parole: è sbottato anche lui), si reca per la decima volta negli uffici della Stazione Centrale, non per tentare l’ultima disperata trattativa bonaria e “civile”, ormai del tutto inutile, ma per “comunicare” che:

  • o esce fuori una soluzione, qualunque essa sia e pure alla svelta, visto che le lancette dell’orologio corrono più di Pietro Mennea;
  • oppure prende davvero le 2.350 belve (nel frattempo diventate tali senza virgolette) e li porta sotto gli uffici di “lor signori” col primo treno di linea che passa. Perché: “Io non sono capace di tenere a bada questa gente, se siete capaci voi fatemi vedere come si fa”.

Mi è sembrato di capire che quelli del Dirigenti Movimento di Pescara Centrale abbiano “afferrato” in pieno la situazione e la riferiscono in tempo reale ai colleghi di Ancona. Evidentemente in maniera molto chiara e convincente, se è vero com’è vero che anche dall’altra parte del cavo telefonico non impiegano molto tempo a rendersi conto di non trovarsi di fronte alla solita minaccia, e nemmeno a una “mezza promessa”, ma a 2.350 belve affatto metaforiche, bensì in carne, ossa e … Bandiera Biancazzurra.
È bastata un’oretta, non più di un’oretta … et voilà … il caso è risolto: le 23 carrozze più locomotore sono magicamente ri-uscite fuori, come d’incanto!… Forse da una grotta preistorica? O da una base militare segreta? O magari dai sotterranei di un castello incantato?… Niente di tutto questo. Il materiale rotabile è uscito fuori dall’unico posto dove è sempre stato: i depositi di Ancona e Pescara, appunto traboccanti di vetture in servizio solo nei giorni feriali, ma che Ancona (ci rivela poi un Dirigente di Pescara Centrale) non voleva darci nel timore di vederseli tornare semidistrutti, perciò inutilizzabili lunedì.
Visto?
Meno di sessanta minuti fa il treno non c’era, ed era inutile insistere contro l’evidenza, poi prometti … anzi, annunci una rivolta in piena regola, con tanto di devastazione totale e … e la Fata Turchina trasforma 23 zucche fresche di giornate in 23 carrozze con il semplice tocco di una bacchetta magica. Con tanto di topolini che si tramutano in altrettanti capotreno! Perciò, quando dovrai raccontare una favola ai tuoi figli o nipotini, evita accuratamente quella di Cenerentola: da stasera non è più una favola. Fine di un mito, che ha svezzato e cresciuto decine di generazioni: le zucche e i topolini trasformati in carrozze e capotreni esistono davvero.
Sono le ore 18,00 del 2 luglio 1977, e abbiamo appena scongiurato un altro rischio di infarto e di rivolta “interregionale”.2.350 iscritti partiranno regolarmente, ma non sapranno mai, né potranno mai immaginare, di essersi inconsapevolmente seduti su un vulcano acceso.
Bella la vita del semplice tifoso, eh?…
Noi, invece, non ci reggiamo più in piedi. Il signor Manzo è irriconoscibile, al punto che cede alle insistenze dei familiari e se ne torna a casa per riposare un po’, prima che a casa debba tornarci con l’ambulanza. Ma, capirai!… Alle 19,45 è già di nuovo al Regalo Artistico, per godersi finalmente un minimo di “apparente” pace in mezzo al gioioso Excelsior. E naturalmente, per esporre in bacheca il nuovo manifesto “manoscritto” con cui riepiloga tutti i dati dell’esodo, allegando anche le fotocopie dei quotidiani nazionali su cui siamo incontrastati primi attori, nonché le decine di telegrammi giunti da ogni dove.
Il Catechismo per la Prima Comunione ci ha insegnato che bisogna andare a Messa tutte le domeniche; ed è giustissimo. Ma io dico che la vera Messa, alla quale Dio ci chiama, è il rapporto quotidiano che viviamo verso noi stessi e il nostro prossimo. La vera Messa è quella che celebriamo noi tutti ogni santo giorno, non solo alla domenica, facendo del Bene verso chi ha bisogno e si affida a noi per ottenere ciò che altrimenti non potrebbe mai ottenere. Un giorno, la Vita ci restituirà cento volte tanto; puoi starne certo.
È del tutto inutile recitare “a vuoto” 2.350 Ave Maria e altrettanti Padre Nostro: la Madonna e Suo Figlio sono molto più contenti per le 2.350 anime che, grazie al nostro disinteressato lavoro “di cuore”, potranno salire su un treno per Bologna e vivere la giornata più Felice della loro vita.
Una Felicità che senza il Pescara, senza questo Pescara e questa Pescara, sarebbe rimasta a noi totalmente sconosciuta chissà per quanti decenni ancora. Forse per sempre… (continua qui).
Gabriele (“Gaby”) Orlando
[estratto dal (mio e vostro) diario del PESCARA RANGERS]
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